CRONACA DI MODENA

(i dicembre 1556-30 gennaio 1557)

Mdlvi

[1] Grida delle lanterne
Il dì primo di Dicembre
Fu publicata una grida solenne che non si dovessero portare lanterne se non da quattro corna sotto grave pena la notte per parte del Duca, la qual grida è stata osservata più che altra grida percioché il Barighello ne trahe gran profitto o incarcerando coloro che non l’osservano o dispensando co’ giovani d’andare senza lume, non che senza lanterna da quattro corna.

[2] Morte di Girolamo Ghiarone
Il dì ii di Dicembre
Morì Girolamo Ghiarone che fu ferito il mese prossimo passato insieme con Giovanni Vitelio.

[3] Matrimonio fra Bened. Lusignana e la Franc.a Capella
Il dì iii di Dicembre
Benedetto f. fu di Gio. Martino Lusignana prese per moglie la Franc.a de Capelli già stata prima di Girolamo Rubico et poi di Biagio Manzone, si credea che fosse prima amica che moglie di Benedetto.

[4] Gemignano Cavallerino fallito
Gemignano preso dallo spedale da Lancelotto Cavallerino et allevato come figliuolo, et dopo la morte di lui lasciato herede d’un ampio patrimonio si diede a mangiare et a bere et a puttaneggiare come che havesse una moglie Bolognese non sozza de Canobbi, la quale gli rendéb pan per focaccia, veduta forse la cattività del marito, sichè egli in molti anni consumò il suo et fallitoc se ne fuggì a Bologna in casa di cognati che erano ricchissimi, lasciando la moglie homai attempata con una figliuola da marito et un figliuolo grandicello tutto pelato per infermità francesca. Era creduto sonar meglio di leuto che altra persona da Modena, mad era grandissimo bevitore in guisa che ad un convito bevve novanta bicchieri di buon vino. |f. 15v|

[5] Venuta di Gio. Franc.o Gonzaga
Il dì iiii di Dicembre
Venne Gio. Francesco Gonzaga capitano di cx cavalli leggieri, et di xiiii huomini d’arme. De’ quali cavalli leggieri xl restaro qui col capitano, et gli altri con gli huomini d’arme s’allogaro parte in Carpi et parte in Reggio et parte in Brisello.

[6] Gio. Franc.o Castelvetro svisato
Il dì vi di Dicembre
Gio. Francesco f. fu di Giacopo di Guasparro Castelvetro fu svisato con un coltello da scarpe da un Lodovico Stoffa da Modona ad instantia d’un Bernardino Solimei Bolognese perciocheé havendo detto Bernardino che le donne di Modona erano tutte puttane gli rispose Gio. Francesco che gli huomini di Bologna erano tutti Becchi. Hor Lodovico dato a tenere un cavallo frenato et sellato da San Bartolomeo ferì Gio. Francesco che non si guardava nella ruga de’ Forziriuoli et subito montò a cavallo et uscito della terra se n’andò verso Bologna senza essere stato allhora conosciuto da niuno.

[7] Giulio Bendedeo et Franc o Castaldo banditi
Il dì x di Dicembre
Giulio f. fu di m. Antonio da Benedeo, et Francesco f. d’Alberto Castaldo furono banditi per tre mesi essendo stati in prigione alcuni dì, percioché Francesco Maria Fusaro gli accusò che essi una notte l’havessero assalito con arme d’hasta. Ma la cosa nel vero stava altramente percioché Francesco Maria con un suo compagno haveva date loro di molte percosse di piatto con le spade et quasi lapidatigli co’ sassi. Ma non potero provare la verità del fatto et hebbero la ’ngiuria, il danno, et la pena.

[8] Flaminia Fiamma rapita ad instanza di Don Franc.o da Este
Si racconta per cosa vera che di questo presente mese Don Francesco da Este fratello del Duca di Ferrara pose gli occhi adosso ad una giovane molto vaga chiamata Flaminia damigella di madonna Laura1 sua matrigna o in luogo di sua matrigna, percioché |f. 16r| non pare che il Duca Alfonso la sposasse mai quantunque ne fosse publico grido, et trovandosi madonna Laura per via di visita nel monestero delle suore del corpo di Christo2 in Ferrara, havendo lasciata nel parlatorio questa sua damigella con alquante delle sue donne, sopravennero certi famigliari di Don Francesco et presero per viva forza la Damigella, et la condussero in Ischivanoia dove habita Don Francesco, et gliele presentaro. Madonna Laura udita la rapina della Flaminia si turbò, et si dolfe3 subito, mandate persone d’autorità, con Don Francesco et lo pregò chef la volesse restituire senzag fare questa ingiuria et a questa Damigella che era d’honestissimi costumi, et al parentado suo percioché era figliuola di Giacomo Fiamma o di Braccone congiunto a lei per sangue. Alla quale Don Francesco rimandò dicendo che egli non intendeva di farle ingiuria né l’haveva fatta rapire per questo ma solamente per haver di lei almeno un figliuolo, et poi che sapeva che era sua parente la tratterebbe per suo amore assai meglio che non havrebbe fatto, et fece venir donne che la servissero, et fece ornare alcune camere per lei.

[9] Molzi assoldati dal Duca per huomini d’armi
S’acconciaro col Duca di Ferrara per huomini d’arme sotto titolo di maggiore piazza con soldo di cento scudi l’an<n>o et cento altro al presente di prestanza m. Guido, m. Gio. Battista f. di Nicolò, Furio, et Francesco Maria de’ Molzi, ubligandosi a tenere due cavalli, cioè un grosso et un mezzo per ciascun di loro, con promessione che niuno comanderebbe loro se non esso Duca né cavalcherebbono se non cavalca la sua persona.
Appresso promise d’assoldare m. Cornelio Molza, et Baldisera Cimicello per capitani de’ fanti a piedi come gli bisognasse far genti, et intanto conciede loro che possano portare l’arme. | f. 16v| Per lo spavento che ebbe la […] figliuola di Pietro Vitello et moglie di […] Azzalone4 nell’hora che udì essere stato ferito Giovanni suo fratello et Girolamo Ghiarone suo zio si sconciò che era gravida et morì questo dì.

[10] Morte di Pietro Aretino
Morì Pietro Aretino in Vinegia il quale con tutto che fosse senza lettere et senza dottrina et con ingegno anzi grosso che no et vile cioè era stato barbero,5 et non fosse fornito di niuna virtù, ma sì di molti vitii s’haveva acquistato tanto grido appresso gl’ignoranti con certi suoi sonetti et lettere piene di mal dire et di lusinghe con figure di parlare plebee et trapassanti ogni verità che s’haveva fatti tributari molti privati gentilhuomini et i principi della terra, segno evidente della cattività del nostro secolo, et era visitato non meno che si fosse qual si voglia gran poeta.6

[11] Morte d’Aluigi Alemani
Morì Aluigi Alemani Fiorentino poeta di non molto valore ma di gran fama oltre all’Alpe dove visse ben veduto da Re, dalle Reine et dalla Corte. Il qual favore da prima gli procedette dall’essere nemico di Papa Clemente settimo havendolo valuto amazzare essendo suo camariere.

[12] Morte di m.o Terzo da Ferrara architetto
Morì maestro Terzo da Ferrara che designò le mura dell’ampliatione di Modona et fuvi soprastante mentre si fecero.7 Di costui diceva Donno Hercole duca: – Per fare insegnare a M.o Terzo d’edificare ho gettato cinquecentomila scudi, conciò fosse cosa che egli non havesse fatto edificio che in pochi mesi o anni non fosse ruinato, et non si fosse convenuto rifare. Dopo la morte della prima moglie ne prese un’altra pure ferrarese la quale colse in adolterio et con secolari et con frati et con preti et alla fine col figliuolo suo figliastro di lei, et l’accusò in ragione,8 et perché era assai bella femmina fu favorata da ognuno et da’ giudici, et fu liberata dalla pena con tutto che manifestamente fosse colpevole. Di che peraventura egli alla fine d’affanno si morì. Da prima era ricamatori9 et intagliatore di frigiati vestimenta da donne vane et da huomini vanissimi. Costui con tutti gli errori che tuttavia faceva maggiori era sempre più creduto dal Duca.10 | f. 18r|

[13] Matrimonio tra Ant.o Salvatico et Lucia Begniamina
Antonio Salvatico prese per moglie la Lucia figliuola di Francesco Begnamino la quale haveva havuto due mariti et giaciutasi con molti non mariti per denari et Antonio il sapeva.

[14] Parto supposito ad una giovane Vinitiana per ingannare Donno Alfonso principe di Ferrara
Si crede Donno Alfonso figliuolo primogenito del duca Hercole secondo da Este essere sterile11 sì per non havere per natura se non un testicolo, sì per non havere mai ingenerato figliuolo niuno in donna o in giovane con le quali habbia usato carnalmente, havendo usato con molte, la qual credenza s’accrebbe molto, et prese gran vigore per lo parto che si sottopose una giovinetta Vinitiana per dargli ad intendere che fosse gravida di lui. Certo Vinitiano di picciola conditione era venuto a stare in Ferrara et haveva due figliuole l’una delle quali maritò ad un pari suo et l’altra che era di minore età rimase in casa, la quale veduta da Donno Alfonso, et piaciutagli, desiderò di giacere con lei, et senza difficultà con consentimento del padre si giacque più volte, la quale ammaestrata dal padre fece veduto a Donno Alfonso dopo alcun dì d’essere gravida. Di che egli fece maravigliosa allegrezza et fece venir servigiali et balie che attendessero a lei et che la servissero, et ponessero mente che non si sconciasse. Hora ella pure per ammaestramenti paterni mostrò di voler ringratiare dio di questa gratia fattale et ogni dì si serrava sola in certa cameretta della sua casa dove haveva un altare con certe imagini de’ santi dinanzi alle quali per ispatio d’alquante hore diceva di dire sue divote orationi, et continuò questo modo infino a tanto che la sorella, la quale era gravida del marito, partorisce un figliuolo maschio, il quale l’avolo preselo così sanguigno come era uscito del ventre materno, et messolo in una sporta lo recò | f. 18v| alla figliuola che era sotto specie di dire orationi serrata sola in camera senza che persona se n’avedesse. La quale partito il padre cominciò a gridare come fosse soprapresa da’ dolori del parto, et correndo le balie et le servigiali per aiutarla trovarono al parer suo che haveva partorito et la misero a letto, et fecero quello che si suole fare in simili casi, et mandaro a dire al Principe la lieta novella et al Duca et alla Duchessa et alle sorelle del principe et brevemente a tutta Ferrara, et ne fu fatta allegrezza non credibile, et appresso la giovane fu visitata non come povera donna o amica dishonesta del principe ma come gran madama et per poco come moglie infino da Madama la Duchessa et dalle sorelle del principe, et i presenti furo molti et magnifichi che le furo fatti, et il figliuolo nato fu levato dal sacro fonte con solennità et pompa reale da Donno Antonio Caraffa nipote di Papa Paolo quarto duca di Monte Bello il quale venne aposta essendo stato invitato con molti prieghi dal Duca per questo, et fuvi presente il Cardinal di Ferrara et tutta la casa da Este col rimanente della corte.12 Hora la madre vera del fanciullo dopo certi dì desiderando di sapere mossa d’affettione materna come stesse suo figliuolo, ad una servigiale della sorella che era stata mandata a visitarla disse poco accortamente – Che fa mio figliuolo?, per che ella che era malitiosetta sospettò, et rapportò queste parole a madonna Laura che fu amica del Duca Alfonso da Este.13 La quale s’imaginò quello che era, et tornandosi a memoria altre sospettioni hebbe per costante che questo fosse un inganno et andata a visitare la giovane le volle parlare secretamente, et le seppe così ben dire che le confessò come la cosa stesse. Intanto il padre della giovane s’avide che la cosa era per iscoprirsi et fuggissi. Alla giovane per la confessione fatta et perché la colpa era più del padre che sua fu perdonata la vita ma fu | f. 17v| sostenuta in prigione in fino a tanto che Donno Alfonso fosse certificato di tutto il fatto et deliberasse quello che volesse che si facesse, et il figliuolo supposto fu restituito alla sorella di lei madre naturale.

[15] Matrimonio tra Zavarisio et la Gostanza da Borgo
[…]14 figliuolo di Sebastiano di Tognino Zavarisio prese per moglie la Gostanza figliuola fu di Pietro Borgo con dota di scudi mille cioè dota sconvenevole all’havere et alla conditione sua, percioché non gli era stata voluta dare una giovane Nonantolana con dote di dugento cinquanta scudi per diffetto di facultà. Laonde fu creduta vera la voce che uscì che egli si fosse giaciuto con esso lei, et che la madre per coprir la vergogna della figliuola gliela desse con tanta dota.| f. 17r|

Mdlvii

[16] Matrimonio tra Giacomo Fontana et la Isabella Ronca
Il dì primo di Genaio
Giacomo f. fu di maestro Alessandro Fontana il medico prese per moglie la Isabella figliuola d’Alfonso Ronca con dota di scudi mille et dugento.

[17] Lodovico Dondino bastonato
Il dì secondo
A Lodovico Dondino beccaio fu rotta la testa con bastone da Vincenzo f. di Giacopo Crepena per alcune parole ingiuriose havute tra loro.

[18] Lodovico Falloppia amazzato
Il dì vi di Genaio
Lodovico Falloppio corteggiano antico di Roma et che era stato maestro di casa del Cardinale morto de Cesis et era del vivo ricco di benefici, d’uffici, et di contanti,15 trahendogli di dosso una camiscia di bambagio due suoi servitori che per non patireh freddo portava la notte et raviluppatagliele intorno al capo l’ammazzaro in guisa che non furono sentiti quantunque fosseroi nelle camere della casa del cardinale, at serrato uscio et finestre, tolti denari et oro et ariento, et robe portevoli se n’andaro fuori di casa. Et passaro due dì prima che persona se n’avedesse percioché il cardinale et i corteggiani stimavano che egli fosse in alcun luogo secreto a diporto con alcuna corteggiana, o fanciullo. I malfattori udito havendo che il signor loro era stato trovato morto, essendo anchora in Roma diterminaro d’andar via la notte seguente et si calaro dalle mura dove le guardie erano più rare, ma l’uno si ruppe nel calare l’una delle gambe et gridando per lo dolore fu sentito, et preso con una valigia dove haveva quattrocento scudi contanti et ariento et oro et altre cose pretiose, ma l’altro se n’andò salvo.j Hora il preso è statok messo in prigione. Questo Lodovico Falloppio era avaro oltre modo né voleva vedere parente alcuno, et rincrescevole co’ servitori et con gli altri et fatto apunto come comunemente sono i maestri di casa de’ Cardinali moderni.

[19] Dicaduta del Duca di Ferrara dal f.o Imperiale
S’intese per cosa certa che il Re Philippo d’Inghilterra et logotenente dello ’mperatore haveva dichiarato per dicaduto m. Hercole duca di Ferrara del fio16 di Modena et di Reggio delle quali cittàl era investito dallo ’mperio. | f. 19r|

[20] Venuta della Rinata putta a marito
Il dì xxxi di Genaio
Venne la Rinata f. che fu d’Hippolito della Dalida a marito senza niuna allegrezza accompagnata da poche persone né alla venuta sua furo invitati parenti o amici come si suole fare. Niuno de’ Rangoni vi si trovò né niuno de’ Zocchi; tra l’accompagnanti persone era l’Hippolita Zocca sua madre et un fratello della Renata.

[21] Il dì xvii di Genaio
Venne novella come il Duca di Ferrara haveva liberato Donno Aluigim suo figliuolo dandogli xii mila scudi l’anno da spendere et promettendogli di farlo fare Cardinale.17

[22] Matrimonio di Philippo Maria Molza e della Lodovica Tivola
Il dì xxxi di Genaio
Philippo Maria f. fu d’Andrea Molza prese per moglie la Lodovica f. fu di m. Guasparro Tivolo, et è della Beatrice Tassona. M. Guasparro fu giudice ignorante et quantunque fosse nato a Spilimberto et allevato fu nondimeno cittadino Modonese per origine del bisavolo. Arricchì per heredità lasciategli da certe donne attempate con le quali essendo giovane giaceva et per esser buon massaio. Lasciò due figliuole femmine ma la prima morì donzella, et questa fu herede universale et stimavasi che la heredità rendessen di rendita scudi 300. Per che molti si misero a vagheggiare questa giovane quantunque fosse di turpissima forma prima che si maritasse, et tra gli altri Sigismondo f. fu di m. Agostino Bellincino, et m. Giulio Cesare Castelvetro. Hora parendo a Sigismondo che la giovane mostrasse buon viso a m. Giulio Cesare preso un vuovo glielo ruppe sul volto dinanzi alla casa della giovane. Per che Sigismondo fu bandito cento milia lontano da Modena et cinquecento scudi.18

[23] Zuffa tra Gio. Vincenzo Lusignano et Cencio Bellincino
Gio. Vincenzo f. f. di Christophano dalle Coltre o de’ Gigli, o de’ Lusignani alcuni anchora lo chiamano dalla Porta in Pellicieria invitò Cencio f. fu di Girolamo di Gio. Battista Bellincino a fare alle coltellate, et di presente s’azzuffaro et fu ferito Cencio in una gamba assai gravemente et tocco leggiermente nel volto et nella testa, et Gio. Vincenzo | f. 19v| fu tocco leggiermente in una gamba, et l’uno et l’altro fu in pericolo grande percioché a Cencio cadde la spada di mano, et se un certo Mancino seguace de’ Bellincini non l’aiutava non iscampava, ma aiutato da lui ricolse la spada di terra, et Gio. Vincenzo poi cadde, et fu aiutato da Orpheo Ronca sì che si rilevò senza essere stato offeso. La cagione di questa zuffa si fu che la notte passata in casa di Paolo Castelvetro19 dove si faceva una festa facendo alcuni ricogliere un guanto ad un cane di Cencio ammaestrato a ricogliere ciò che gli era gittato Gio. Vincenzo altresì gliele volle far ricogliere, et Cencio gli disse: – O tu ti vuoi porre in docina o dimesticarti?, et simili parole quasi non fosse pari suo et di coloro che gliele facevano ricogliere, et nota che Cencio bastardo fu et non leggittimo figliuolo di Girolamo.

[24] Del Conte Fulvio Rangone et della Paola Pignatta
Havendo il conte Fulvio Rangone20 diliberato di levarsi di Modona et d’andare a stare alla Mirandola per alcun tempo per certo suo rispetto tenne via per ottimi ruffiani d’havere una giovane chiamata Paola che fu figliuola di ser Franc.o Pignata molto bella et donzella, et hebbela a sua voglia promettendole di maritare21 et di trattarla bene come havea di lei un figliuolo et menolla con lui alla Mirandola et la teneva nell’albergo suo in una camera rinchiusa con una femminetta che la serviva, né mai entrava in quella camera altri che egli, et un Giacomo di Sandron dipintore che le portava quello che le faceva di bisogno. Dopo alcun mese la giovane ingravidò né mancaro di que’ della famiglia che dissero che era gravida di Giacomo o per odio che portassero a Giacomo o per vero dire. Per che il conte entrò in sospetto che ciò non fosse vero, et fatto prendere Giacomo et messolo in prigione molto disagiosa et tormentatolo hebbe da lui che era vero che era giaciuto con esso lei, il che ella negò sempre arditamente et per essere gravida le fu risparmiato il tormento. Ma venendo il Conte a Modona per la venuta del Duca mandò costei qui in casa di Gio. Franc.o dalla Mirandola suo servitore il quale la teneva serrata in una camera se non quando mangiava. |f. 20r | Hora non essendo una sera in casa Gio. Franc.o et volendo cenare la madre et la moglie di lui, apersero la camera invitandola a cena. Ma ella facendo vista d’haver dolore le lasciò andare a cena senza lei, et scese tacitamente le scale di notte tutta sola se n’andò a casa la madre. Et Giacomo è in prigione nella Mirandola.

[25] Come Aless.o Phiasco sia divenuto caro al Duca di Ferrara
Alessandro Phiasco detto il Phiaschino fu oltre a modo caro al duca Hercole secondo di Ferrara, non per virtù alcuna singolare che fosse in lui o sufficientia ma solamente perché usando il Duca prima che fosse Duca con la madre di lui che era domandata la Phiasca quantunque fosse de’ Sacrati, per essere maritata ad un de’ Phiaschi il quale per gli adulteri palesi della moglie divenne stordito, et vive anchora così stordito et fuori di sé, le promise in premio della copia che gli faceva di sé di farle un figliuolo maggiore huomo della corte sua et dello stato, et così preso a’ suoi servigi Alessandro l’ha fatto ricchissimo, io dico infino alla quantità di cinquantamila22 scudi concedendo gratie a sua instanzia per le quali ne guadagnasse da coloro a’ quali erano concedute.

[26] Franc.a de’ Castelvetri
Morì madonna Francesca de’ Castelvetri f. fu di m.o Guasparro et moglie d’Aless.o Tosabecchi detto Bragabollita d’anni settanta.

[27] Di Gentile Albino
Gentile Albino fu anni presso che trenta notaio del castello et è anchora. Questi fu figliuolo d’un Ottaviano sbirro in Ferrara la cui natione non si sapeva laonde egli presesi il soprannome d’Albino sì come in Ferrara hanno fatto tutti coloro che erano tinti di lettere a questi tempi. Questi prese per moglie […]23 de’ Fontani rimasa vedova di Nicolò Tibaldo, ma havendola trovata gravida prima che fosse sua moglie sì come si scoperse per lo parto, et ella il confessò, cioè che era gravida di Zavarisio che era giaciuto con lei mentre era vedova, si divise da lei, et si diede a vivere con puttane come prima faceva, et quantunque guadagnasse più che altro huomo della nostra città fu non dimeno poverissimo sempre et bisognoso. | f. 20v |

[28] Morte di Gio. Battista Cimicello
Il dì xxx di Genaio
Morì Gio. Battista f. f. di Rigo di Baldisera Cimicello; fu huomo non di molto valore ma da bene et lasciò alcuni figliuoli d’una moglie Carpeggiana de’ Brusceti.